Il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace

“Vinci l’indifferenza e conquista la pace”

La prima forma d’indifferenza è quella verso Dio: l’uomo pensa di essere l’autore di se stesso e mira non solo a sostituirsi a Dio, ma a farne completamente a meno. 


L’indifferenza nei confronti del prossimo assume diversi volti: in generale siamo diventati incapaci di provare compassione per gli altri, per i loro drammi, non ci interessa curarci di loro. Così l’inquinamento delle acque e dell’aria. Lo sfruttamento delle foreste, la distruzione dell’ambiente, sono spesso frutto dell’indifferenza dell’uomo verso gli altri. L’indifferenza provoca chiusura e disimpegno e contribuisce all'assenza di pace con Dio, con il prossimo e con il creato.

“La pace minacciata dall'indifferenza”
A livello istituzionale l’indifferenza nei confronti dell’altro, della sua dignità, dei suoi diritti e della sua libertà, unita a una cultura improntata al profitto e all'edonismo, giustificazioni e politiche che costituiscono una minaccia alla pace. 

L’indifferenza può giungere a giustificare alcune politiche economiche che portano ingiustizie, divisioni e violenze.
L’indifferenza nei confronti dell’ambiente naturale favorisce la deforestazione, l’inquinamento e le catastrofi naturali, costringe intere comunità a sradicarsi dal loro ambiente di vita, a vivere nella precarietà ed insicurezza, crea nuove povertà e nuove situazioni di ingiustizia.

“Dall'indifferenza alla misericordia: la conversione del cuore”
Dio si manifesta nella Bibbia come Colui che si interessa delle sorti dell’uomo. Vedi Caino e Abele (Gen. 4, 9-10), vedi Mosè in Egitto (Es 3, 7-8).
Vedi Gesù che si è incarnato e si è mostrato solidale con l’umanità in ogni cosa, eccetto il peccato.
Gesù si identifica con l’umanità, è il primogenito tra molti fratelli (Rom 8, 29), si preoccupa della folla affamata (Mc 6, 34-44), si lascia commuovere e piange (Gv 11, 33-44), ed agisce per porre fine alla sofferenza, alla tristezza, alla miseria, alla morte.
Gesù ci insegna ad essere misericordiosi come il Padre (Lc 6, 36).
Con la parabola del buon samaritano Gesù esorta i suoi discepoli a fermarsi davanti alle sofferenze, per alleviarle, alle ferite per curarle (Lc 10, 30-37). Invita a superare i pregiudizi di ogni genere che ci impediscono di farci prossimo.

La misericordia è il cuore di Dio.
Perciò dev'essere anche il cuore dei suoi figli, dei credenti. E’ determinante per la Chiesa e per la credibilità del suo annuncio, che essa viva e testimoni la misericordia. Tutti noi siamo chiamati a fare dell’amore, della compassione, della misericordia, della solidarietà un vero programma di vita.
Ciò richiede la conversione del cuore, cioè che la grazia di Dio trasformi il nostro cuore e lo renda capace di aprirsi con autentica solidarietà: sì, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti e la compassione scaturisce dalla fraternità.

“Promuovere una cultura di solidarietà e misericordia per vincere l’indifferenza”.
Responsabilità di carattere educativo e formativo hanno:
le famiglie
gli educatori ed i formatori
gli operatori culturali e dei mezzi di comunicazione sociale

“La pace: frutto di una cultura di solidarietà, misericordia, compassione”
La globalizzazione dell’indifferenza è una minaccia per la pace, ma vi sono numerose iniziative ed azioni positive che testimoniano la compassione, la misericordia e la solidarietà che vincono l’indifferenza: organizzazioni non governative e gruppi caritativi, che affrontano fatiche e pericoli per curare i feriti, per seppellire i defunti in occasione di calamità o conflitti armati; giornalisti e fotografi che informano l’opinione pubblica sulle situazioni difficili, coloro che s’impegnano per la difesa dei diritti umani o delle minoranze etniche e religiose…….
Tanti religiosi e missionari che restano accanto ai loro fedeli nonostante i pericoli, i disagi o i conflitti armati;
Tante famiglie educano i loro figli controcorrente, a prezzo di tanti sacrifici, ai valori della solidarietà, della comprensione e della fraternità e aprono i loro cuori e le loro case a chi è nel bisogno;
Tanti giovani si uniscono per realizzare progetti di solidarietà, tante persone aprono le loro mani per aiutare il prossimo bisognoso nelle città, nel proprio paese o in altre regioni del mondo.

“La pace nel segno del Giubileo della misericordia”
Nello spirito del Giubileo della Misericordia, ciascuno è chiamato a riconoscere come l’indifferenza si manifesta nella propria vita ed adottare un impegno concreto per contribuire a migliorare la realtà in cui vive. Anche gli stati sono chiamati a gesti concreti nei confronti dei prigionieri, migranti, disoccupati e malati. Le autorità statali sono invitate all'abolizione della pena di morte a ripensare le legislazioni sulle migrazioni, perché siano animate dalla volontà di accoglienza. I responsabili degli Stati sono invitati a gesti concreti in favore di chi soffre per mancanza di lavoro, terra, tetto, in favore delle donne ancora discriminate in campo lavorativo, in favore di lavoratori in condizioni precarie o pericolose, in favore dei malati. Sono pure invitati a collaborare affinché si realizzi la fraternità all'interno della famiglia delle nazioni.
In questa prospettiva, sono invitati:
Ad astenersi dal trascinare gli altri popoli in conflitti e guerre;
Alla cancellazione del debito internazionale degli stati più poveri;
All'adozione di politiche di cooperazione, che siano rispettose dei valori delle popolazioni locali e del diritto dei nascituri alla vita.