In una riunione dei capi famiglia del 1° febbraio 1967, il Prevosto mons. Mario Cola ha trovato unanime consenso sulla proposta di installare 9 campane al posto delle 5 esistenti, sulla loro elettrificazione che consente concerti automatici solenni con suoni a distesa, carillon, etc. Inoltre un orologio da torre a 2 quadranti che si potrà regolare dalla sacrestia, sarà in grado a sua volta di regolare ogni altro orologio


collegato con lui, nonché, secondo un dispositivo particolare, l’orario di tutte le funzioni religiose, con scatto automatico. La spesa da sostenere in 2 anni si aggirò sui 14 milioni di lire.
Le campane annunciano l’ora esatta della preghiera, i funerali, i matrimoni, gli anniversari di dolore e di gioia, e diffondono le loro note sonore sulle colline, sulle fertili campagne, e raggiungono la sommità dei monti, per ricordare a tutti il richiamo di Dio. Con la rimozione delle cinque campane per far posto alle nove, la chiesa sembrò vedova, ammantata di lutto perché le campane tacciono ed è immersa nel silenzio.
Ai primi di settembre le nuove campane, del peso complessivo di q.li 62,31 , vengono posate davanti alla chiesa per essere viste nella sua bellezza dal popolo, e per essere consacrate dal Vescovo perché la chiesa considera la campane una cosa sacra. Cinque di queste nuove campane, vengono pagate da cinque offerenti, che fanno da padrini nel momento della consacrazione.
Ogni campana porta l’effige del Santo a cui è dedicata e porta un’iscrizione con riferimento appropriato.
La prima campana è dedicata a Cristo Re con l’iscrizione:

«Siederà il Signore in eterno: Egli benedirà il suo popolo nella pace».
La seconda dedicata all’Assunta - Patrona della Parrocchia - con l’iscrizione: «Nel tuo trionfo, o Regina, volgi i tuoi occhi luminosi a noi esuli, perché, sotto il tuo patrocinio, possiamo raggiungere la patria beata».
La terza è dedicata alla Madonna di Montebello con l’iscrizione:

«Chi è costei che spunta come aurora, bella come la luna, splendida come il sole, terribile come esercito schierato».
La quarta dedicata alla Madonna di Lourdes - patrona degli emigrati - con l’iscrizione: «Candida Vergine, a noi che peregriniamo lontani sii luce della vera Patria».
La quinta dedicata a San Giuseppe - patrono della buona morte:

«O tu veramente felice e fortunato, cui, nell’ ultima ora, furono presenti Cristo e la Vergine tua sposa, ci ottieni il dono della pace celeste».
La sesta dedicata a S.Cristoforo - patrono degli automobilisti - con l’iscrizione:

«Tu che portasti sulle spalle Gesù, noi sempre in corsa, guidaci sulla via della pace».
La settima dedicata a S.Giovanni Battista - patrono degli ammalati - con la dedica:

«Io ti ho costituito luce delle genti, affinché tu porti la salute sulla terra».
La ottava dedicata a S.Giovanni Bosco - patrono della gioventù - con l’iscrizione: «Il giovinetto, secondo la via intrapresa, anche da vecchio, non se ne scosterà».
La nona dedicata a S.Bertilla con l’iscrizione:

«Tu che conosci la fatica della semina, e l’attesa del raccolto, salvaci, o Bertilla dalla folgore e dalla grandine».
Le campane sono disposte su tre piani del castello. Due sul piano medio: la più grossa che guarda via Muzzi, la seconda che guarda Borgolecco. Sul primo piano 4 campane: due guardano la piazza (la ottava e la quarta), due guardano il cimitero (la nona e la terza). Sul 3° piano sono tre: la quinta, la settima e la sesta.

A.S