AMMONIRE I PECCATORI
Oggi nella nostra società sta scomparendo sempre più il senso del peccato, anche nelle famiglie che si dichiarano cristiane.
La parola stessa è quasi scomparsa del tutto, e non sono rari i casi nei quali esso viene approvato e applaudito.
Tuttavia il peccato è sempre stato presente nella storia umana, e lo è ancora oggi.
Il peccato è il rifiuto e l’opposizione a Dio.
Il peccato si oppone all’amore di Dio per noi e viene definito da sant’Agostino “l’amore di sé fino al disprezzo di Dio”.
Per distruggere il peccato e per dare a noi la forza di combatterlo, il Padre ci ha tanto amato da darci suo Figlio Gesù, il quale, per il suo grande amore, si è offerto liberamente alla sua passione e morte.
Conosciamo il grave peccato di adulterio e di omicidio che commise il re Davide, e come il Signore lo abbia severamente ammonito per mezzo del profeta Natan (2 Sam 12,1-13).
Anche se non possiamo paragonarci al Profeta Natan, noi credenti non dobbiamo sottrarci alla responsabilità di combattere il peccato in noi stessi, prima di tutto, e poi nel nostro prossimo, perché Dio vuole che tutti si salvino.
La nostra azione parte sempre dalla preghiera, prosegue con la sincera testimonianza del nostro comportamento, quindi, là dove è possibile, con l’esortazione e l’ammonimento fatto con discrezione e carità.
Ricordiamo sempre che noi dobbiamo condannare il peccato ma non il peccatore.
Aspettiamo, infatti, che si converta e viva.
CONSOLARE GLI AFFLITTI
Consolare ha molti sinonimi: confortare un afflitto per la perdita di una persona cara, sollevare qualcuno per qualche disguido familiare, e anche incoraggiare chi è depresso, e così pure alleviare i dolori, i pianti, le lontananze e anche rallegrare gli spiriti affranti.
E sempre con parole affettuose, sincere, misurate e ancor più con i fatti.
Gli afflitti sono facilmente riconoscibili quando, per esempio, vediamo qualcuno dal volto addolorato, avvilito, abbattuto, depresso per una morte, una malattia, un male incurabile e per problemi familiari particolarmente insolubili.
Tutti i battezzati hanno ricevuto l’unzione dello Spirito Santo e sono stati quindi abilitati, sull’esempio di Gesù a lenire le ferite degli sfiduciati, a offrire motivi di vivere e di sperare, e anche di lottare, a coloro che non vedono una via d’uscita dalle loro difficoltà e apprensioni affettive, economiche e di salute.
Alcuni si sentono emarginati e tagliati fuori da ogni posto di lavoro, dalla famiglia, dalle amicizie.
È necessario aiutarli a reagire, ad avere fiducia in se stessi, bisogna offrire loro tempo e amicizia perché non si rassegnino al peggio.
E poiché ogni creatura è proiettata al di là di ogni disperazione, diamo loro una mano.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio e la mettono in pratica.
Se tu la conservi e la metti in pratica, la parola di Dio ti custodisce, ti conserva e ti consola,
Dice il Profeta Isaia: “ Mia forza e mio canto è il Signore. Egli è la mia salvezza” (Is 12,2).