FARSI PROSSIMO A  CHI E’  NELLA MALATTIA

La persona sana facilmente è presa dalla sua sufficienza, dal suo orgoglio. Anche con Dio comunemente ama discutere e porre domande di approfondimento della fede.
La persona malata, inferma, prende coscienza dei suoi limiti, della sua povertà, della sua dipendenza. Vede la vita e la realtà in altro modo, china la testa. E’ una persona sconfitta? E’ debole? Oppure può essere un discepolo di Cristo anche nella malattia?

Le sfumature della malattia

La malattia ha aspetti e sfumature diversissime: nasce da sofferenza fisica: breve-lunga- cronica. Non meno importanti sono le sofferenze interne psicologiche, morali :  per adattarsi ad una nuova situazione; per i distacchi dall’ambiente e da abitudini di vita; per i distacchi affettivi da persone care o amiche o da cose che si amano; per il distacco anche dal bene che si amava fare; per la delusione di fronte ai scarsi risultati; per  sentirsi dimenticati, traditi, emarginati senza motivo.

La malattia : tempo di sconvolgimento della persona

La malattia mette a prova le sicurezze, le speranze, i limiti; provoca crisi in continuità; è un grande momento di scoperta della persona umana e dei suoi problemi essenziali: cosa sono come persona?  Provoca paura: cela farò a resistere? E’ luogo di incomprensione tra persona sana e malata  “ Ma non è vero, sei esagerato, ma stai bene”, quando fa comodo alla persona sana;  oppure “ Non vali, perché sei malato”.  Più concretamente, la malattia porta : disguido,, ribellione, crisi,disperazione, crollo di programmi e progetti, disorientamento nel senso della vita, modo nuovo di vedersi, crollo di sicurezze, alternarsi di speranze e delusioni, momenti difficili, chiusura su se stessi, senso di povertà, di nulla, senso di umiliazione, senso di dipendenza, senso di impotenza e solitudine, perdita di personalità, di identità, di volontà, ripiegamento e sentimento di nullità.

La malattia : esperienza di solitudine

Spesso si costata che molte persone che si credevano vicine, amiche, se ne stanno lontane, ti dimenticano…oppure ti emarginano…C’è chi viene a trovarti per salvare la faccia e dire a se stesso e agli altri che ha fatto il suo dovere.
C’è chi viene a trovarti per farti pesare le tue responsabilità nella malattia o per vedere quanto ti può sfruttare ancora. Il malato è un assetato di sincerità e di vera amicizia: ha bisogno di qualche persona che gli dia motivi di coraggio e di speranza.

Rischi della malattia non accettata

Banalizzare il tempo -  disperazione e ribellione – adagiarsi in passività – non cercare stimoli – lagnarsi – chiudersi nella malinconia e nella tristezza – rincorrere l’illusione di prossima guarigione.

La malattia come dono : tempo di vita da capire, interpretare, valorizzare

Quando si è sani, si vive una vita proiettata verso il di fuori:  ho da fare questa cosa e quella…devo andare qua e là… Si impernia tutto attorno a noi: Si moltiplicano e si gonfiano i bisogni.  Si è condizionati dai rapporti con gli altri.
Per valorizzare la malattia, bisogna : accettare di ridimensionare la vita; riorganizzarsi nell’uso del tempo; accettare di rimpastare la vita come fa il vasaio con la ceramica mal riuscita; rivedere l’immagine di sé; crearsi forti convinzioni.  La malattia  può essere un’esperienza opportuna per saper stare con sé e con Dio, per vivere l’interiorità e per offrirsi a Dio; per accettare con gioia di essere nelle sue mani e affidarsi a Lui nella preghiera; per prolungare e vivere in sé l’esperienza del Cristo abbandonato; per attendere alla purificazione e alla trasformazione che Dio vuole operare nella nostra vita; per fare amicizia e dialogare con altri malati.
Se accettata, la malattia : porta ad una vita più profonda, più interiore; fa scoprire che si era più alienati quando si era sani, perché ci si disperdeva in problemi non veri; insegna a vivere con se stessi, a mettere ordine nella propria vita, a darle un senso più profondo;  fa scoprire nuove forze della propria personalità, nuove possibilità; fa scoprire quello che veramente una persona è e vale : ogni persona ha l’età ( maturità) della sua sofferenza.
f
Farsi prossimo a chi è nella malattia

Per aiutare a vivere la malattia come un dono, bisogna che qualche persona di buona volontà e credente si faccia prossimo alla persona malata , la “ evangelizzi”, le annunci il valore della malattia:
-) la malattia , evangelizzata, fa scoprire un profondo senso di fraternità, fa crollare certe barriere sociali, culturali, economiche, fa diventare amici in fretta, perché si lasciano perdere le etichette e ci si aiuta  e ci si confida in tante cose.
-) La malattia, accettata, porta una grande semplificazione nella vita: fa capire che tante cose a cui si teneva tanto, sono superflue e non necessarie   ; fa capire che altri sono i valori fondamentali del vivere e che fanno sentire veramente persone.
-) La malattia , se vissuta con fede, può favorire una ritrovata relazione con Dio, riscoperto non come il Dio dei riti, delle abitudini ecclesiastiche o delle leggi, ma come  il Padre che ama, che è sempre vicino, che in Cristo Crocifisso per amore, consola e dona speranza.
-)I familiari delle persone malate sono invitati a non far pesare il fatto che il malato abbia bisogno di loro, ma  metterlo a suo agio portandogli un grande rispetto,  salvando in tutti i modi la dignità della sua persona.
-) Occorre che anche la comunità cristiana prenda sul serio il fatto della malattia, educhi a vivere la malattia, si faccia prossimo a chi è malato all’Ospedale o in casa, così che il tempo della malattia non venga sciupato, ma diventi il tempo in cui si esperimenta  la vicinanza della comunità ecclesiale, una speciale visita di Dio e si partecipi da vicino alla Passione di Gesù .
-) Non si augura a nessuno di ammalarsi. Si augura a tutti invece di star bene. Ma quando capita che qualcuno si ammala, l’augurio è che possa vivere il tempo della malattia non come una sconfitta, ma come il tempo in cui si esperimenta una particolare solidarietà dei fratelli cristiani  ed  una profonda comunione con Gesù sofferente;  Che ogni malato sia sostenuto dalla speranza che viene dal Risorto, la quale garantisce la vittoria dell’amore di Dio su tutte le forme di male che tormentano la vita umana;  dalla speranza che è  certezza che , uniti a Gesù nell’amore, anche dal male che si sta  sopportando, il Signore sa ricavare il bene.