La speranza dei poveri non sarà mai delusa (Sal 9,19)

Nuove schiavitù

Le parole del salmo non riguardano solo il passato, ma anche il nostro presente. Anche oggi dobbiamo elencare molte forme di nuove schiavitù:
- famiglie costrette a lasciare le loro terre per sopravvivere;
- orfani che hanno perso i genitori o separati da loro;
- giovani alla ricerca di una realizzazione nel lavoro , che risulta a loro impedito;
- vittime di tante forme di violenza come la prostituzione e la droga;
- milioni di immigrati vittime di interessi nascosti;
- persone senza tetto ed emarginate che girano per le città;
- persone costrette a raccogliere i frutti della stagione ma ricompensati con una paga irrisoria: non hanno sicurezza sul lavoro né condizioni umane che permettano loro di sentirsi uguali agli altri.
Ingiustizia, sofferenza e amarezza colpiscono i poveri. Ma nonostante questo, il povero è colui che “confida nel Signore” (v. 11). Il povero sa che Dio non lo può abbandonare, perciò vive alla sua presenza. Egli sa che Dio è colui che rende giustizia e non dimentica; anzi egli sa che Dio è per lui un rifugio e non manca di venire in suo aiuto.

Gesù e i Poveri – La Chiesa e i Poveri

Gesù si è identificato con l’oppresso, l’umile, il prostrato a terra(Mt 25, 40). Sfuggire da questa identificazione equivale ad annacquare il Vangelo. Il Dio che Gesù rivela è un Padre generoso, misericordioso, pieno di bontà e di grazia, che dona speranza a quanti sono delusi e privi di futuro. Con il Vangelo delle Beatitudini Gesù pone i poveri al centro e affida alla Chiesa di rianimare la speranza e restituire fiducia ai poveri. Vicina ai poveri la Chiesa ha la vocazione di non far sentire nessuno straniero o escluso, perché tutti coinvolge in un cammino di salvezza.
La promozione anche sociale dei poveri non è un impegno esterno al Vangelo: manifesta al contrario il realismo della fede cristiana e la sua validità storica. L’ opzione per gli ultimi, scartati dalla società, è una scelta prioritaria per i cristiani, per non tradire la credibilità della chiesa e dare speranza ai poveri. I poveri Acquistano speranza vera quando riconoscono nel nostro sacrificio un atto di amore gratuito che non cerca ricompensa.
Esorto i volontari a cercare in ogni povero ciò di cui ha veramente bisogno; a non fermarsi alla prima necessità materiale ma a scoprire la bontà che si nasconde nel suo cuore; li esorto a farsi attenti alla cultura dei poveri per poter iniziare un vero dialogo fraterno. Non dimentichiamo che “la peggiore discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale.

 

Restituire speranza ai poveri

I poveri prima di tutto hanno bisogno di Dio, del suo amore reso visibile da persone sante. Hanno bisogno di amore. A volte basta poco per restituire speranza: basta fermarsi, sorridere, ascoltare. I poveri sono persone alle quali andare incontro. I poveri ci salvano perché ci permettono di incontrare il volto di Gesù Cristo. Con gli occhi umani non si riesce a vedere la forza salvifica della povertà; con gli occhi della fede la si vede all’opera e lo si sperimenta in prima persona. Il Signore non abbandona chi Lo cerca e quanti Lo invocano, non dimentica il grido dei poveri (Sal 9, 13). Così la speranza del povero si fa forte della certezza di essere accolto dal Signore, di trovare in Lui giustizia vera, di essere rafforzato nel cuore per continuare ad amare (Sal 10, 17).
Che la Giornata Mondiale possa rafforzare in tanti la volontà di collaborare fattivamente perché nessuno si senta privo della vicinanza e della solidarietà.